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Da Ayn Rand a Steven Pinker, passando per puzzle e illuminismo – DuFer & Boldrin



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48 thoughts on “Da Ayn Rand a Steven Pinker, passando per puzzle e illuminismo – DuFer & Boldrin
  1. A me Galimberti piace molto, soprattutto nel discorso sulla libertà, anche se si, alcune cose mi sorvolando proprio e altre sembrano un po' strane. Per il resto su Montemagno… Più che comunicazione si occupa di tecnologia e marketing.

  2. la Rand ribalta il concetto di altruismo e la morale che esalta la vita spesa per gli altri. Non conosco altri romanzieri che abbiano fatto una simile operazione intellettuale. Come si possa bollarla come Topolino o videogioco, mi sfugge.

  3. Michele intendeva Peikoff. Ma libri e articoli di filosofia della Rand ce ne sono tanti, anche se in italiano non sono stati tradotti.

    Su Steinbeck totalmente d'accordo. The Grapes of Wrath è supercondiscendente e idealizza un gruppo sociale tra l'altro scomparso dopo pochi anni.

    La morale di Ayn Rand è laica. È aspirazione a un ideale individualista e liberale, senza misticismo.
    Ha venduto milioni dei suoi romanzi, e chissà come nell'Italia catto-comunista non si trova alcun suo libro in libreria o nelle biblioteche.

  4. Gran bel video, però Rick anche io come il Prof Boldrin non ha capito quali sono i buon spunti di questa autrice, oltre al generico è stata l'unica rappresentante letteraria del pensiero liberista nel 900 (punto discutibile sotto molti punti di vista).

  5. 2 appunti da fare:
    Quando Boldrin interrompe ripetutamente DuFer è da prendere a sberle xD.
    Boldrin non avrà mica l'idea calendiana sul videogioco, vero? Qui ha detto più volte "da videogioco" come per dire banale, trascurabile.

  6. Un suggerimento: secondo me vanno bene le divagazioni che fate rispetto al tema della settimana, però spesso ho la sensazione che partiate veramente troppo per la tangente. Anche perchè mi pare che si vada a parare sempre sugli stessi argomenti (per dire, il libro di Pinker quante volte lo avrete citato negli ultimi incontri?). Comunque interessante la teoria del puzzle di Boldrin.

  7. Rick capisco il tuo punto e non sento particolarmente mio l'atteggiamento di Michele ("no ethics please, we are scientists"). Tuttavia penso che l'opera di Rand abbia fatto più male che bene alla cultura liberale. Dai suoi testi emerge l'idea del liberale stronzo che vuole solo non dare i suoi soldi ai poveri. Una idea machista del liberalismo, che invece deve essere la teoria dell'uomo comune. Il liberalismo di Rand non ha un volto umano.

  8. A Boldrin non interessa l'invasata Rand e Galimberti, a Rick piace la Rand e non Galimberti. Io trovo interessanti tutti e quattro ma non in tutto cio che hanno detto o scritto. .

  9. Sono venuto alla conoscenza del tuo canale tramite Boldrin . Oggi comprerò il tuo libro "Spinoza e Popcorn" …non apro un libro da più di 10 anni, ti sto dando una grossa responsabilità 😂😂

  10. Due osservazioni sulla "teoria del puzzle" che mi sono venute in mente ascoltando il podcast: 1. si deve tenere in considerazione che ci possono essere molte diverse conformazioni del puzzle (magari riproduce un disegno astratto), per cui molte generazioni di visitatori, pur coi migliori intenti, hanno costruito pezzi di puzzle che poi si sono rivelati essere stati costruiti male, e quindi sono stati distrutti dalle generazioni successive (e questo avvicinerebbe di più la teoria a quella delle rivoluzioni scientifiche di Kuhn); 2. il puzzle è finito o infinito? Perché se è finito (ma questo contrasterebbe con quanto detto prima riguardo alle molte possibili configurazioni) vuol dire che possiamo arrivare a una forma di verità assoluta

  11. Ecco perché l'Italia va male , filosofi come la rand hanno ispirato le élite americane e tutt'ora mi sembra che sia il paese che vada meglio mentre noi siamo affondando

  12. Una volta tanto condivido in toto il punto di vista di Boldrin: AYN RAND E' UNA PAZZA SCRITERIATA che si è inventata una filosofia tossica che, a lungo andare e soprattutto per colpa della destra ultraliberista americana dagli anni '80 in poi, ha intossicato il concetto stesso di "liberale"…
    Purtroppo però va detto che sempre più spesso, anche "grazie" (o per colpa) del web sia sempre più pieno di gente che propugna idee randiane senza accorgersene, tra tutti quelli che osannano la produttività sopra ogni cosa o il concetto tanto caro a Montemagno che "se vuoi davvero una cosa, riuscirai!"

  13. salve, mi manda il signor Andrew Ryan
    , abbiamo una località marina (vicino a dun faro) dove potremmo riunirci per discutere di Ayn Rand, in modo quasi… paratico. Sono certo che la cosa possa intessarle. Se mi da una sua disponibilità povvederò a portare sul posto un sottomarino

  14. Sulla Rand la prospettiva di Dal Ferro mi pare molto misurata e 'metodologicamente' condivisibile rispetto alla posizione totalmente critica di Boldrin. La Rand ha scritto anche delle cose 'salvabili'; nel Lexicon ha prodotto pensieri politico-filosofici del tutto accettabile (dai quali può ben desumersi come la Rand solo da chi non l'ha letta o non l'ha capita potrebbe essere scambiata per ispiratrice/promotrice di idee totalitarie come quelle naziste… Senza dimenticare che Lei stessa, intervistata, ha più volte espresso la sua totale critica verso il comunismo e nazifascismo… ). Leggerla senza mitizzarla.

  15. Scontro interessante tra un filo-Rand e uno anti. Per ciò che mi concerne la Rand la reputo troppo estremista ma la lettura dei suoi scritti gioverebbe sia ai suoi eventuali sostenitori sia ai suoi eventuali detrattori.

  16. da questa chiacchierata non si capisce nulla, non viene fuori nessuna idea comprensibile sulla scrittrice, di cui andava quanto meno analizzata la figura storica in relazione alla rivoluzione russa e al suo passaggio negli USa, con qualche spunto più focaizzato sulle sue teorie filosofiche al dilà del loro reale valore. Invece di gigioneggiare….

  17. boldrin considera idioti tutti quelli che hanno idee diverse dalle sue… mi meraviglio che una persona aperta e intelligente come dufer insista a dare spago a questo complessato

  18. Il puzzle descritto puö essere inteso come la realtä hegeliana in cui le singole parti (tessere) sono parti dell´intero ( il puzzle).Le parti non sono vere di per se´il vero e´l íntero

  19. L'anarco capitalismo è culturalmente rivoluzionario perché fonda la propria riflessione su un monismo ontologico in cui l'unico ente portatore della soggettività è l'individuo: la realtà esiste ed è una, è vera, non è molteplice, non è a disposizione dell'arbitrio di chi è in un dato momento in grado di imporre con la violenza la propria volontà agli altri, di questa realtà vera così ontologicamente fondata è parte il singolo individuo e non gli aggregati di individui in quali al contrario non hanno alcuna fondazione ontologica e hanno una funzione e una legittimità esclusivamente endogena perché di natura contrattuale.
    In altri termini, gli anarco capitalisti demoliscono le fondamenta filosofiche della pretesa dello stato contemporaneo di essere un soggetto ontologicamente fondato (questa pretesa dello stato in USA trova molta resistenza, al contrario in Europa continentale è un elemento culturale acquisito): le falsificazioni più note le troviamo in Lysander Spooner che in "the costitution of no authority" si occupa della demolizione della sua formalizzazione, e in tutti i romanzi di Ayn Rand dove il ribaltamento di prospettiva viene proposto attraverso la prassi.
    Se dunque il pensiero liberale ammette lo stato e ne riconosce il fondamento etico pur arginandolo attraverso l'attribuzione di un valore ontologico inferiore a quello dell'individuo – il concetto è perfettamente riportato nella costituzione USA dove lo stato viene giustificato solo finché protegge l'individuo e dove viene sancita la sua non fondazione qualora pretendesse di avere un valore superiore -, e se dunque il pensiero liberale può dialogare con le filosofie che vedono nello stato una forma ontologicamente superiore di soggettività perché il discrimine è la sola valutazione assiologica, l'anarco capitalismo respinge questa prospettiva e nega qualsiasi dignità alla proposta collettivista in quanto infondata, arbitraria, violenta e sopraffattrice.

  20. Una riflessione ci voleva su questa autrice ma mi aspettavo qualcosa di più serio. Non di più formale, ma sicuramente meno sghignazzante e meno fracassone.

    1. Aver letto la Rand in italiano equivale a non aver letto. In italiano si perde la potenza assiomatica / aforismaria della sua dialettica (e della forza agglutinante della lingua inglese) e la ricorrenza di alcuni termini che in original hanno maggiore "concretezza"

    2. Apprezzare o criticare l'homo socialis della Rand se non è sbagliato è poco pertinente. Soprattutto attorno al testo che avete preso a riferimento (ATLAS SHRUGGED) che è tutto teso ad una smitizzazione / rimitizzazione dell'homo oeconomicus … Più che rifarsi a Nietzsche (parallelo a cui molti pensatori l'hanno imbrigliata) si rifa' all'egoismo "buono" di Adam Smith (quindi inglese) per rimodellarlo provocatoriamente e "integralmente" sulla società americana del "grande" capitalismo

    3. Personaggi superomistici o "oltreumani" non ne ho trovati nel libro summenzionato … Francisco d'Anconia è una palese critica del superuomo, Hank Rearden è un grande produttore ma con una scarsa consapevolezza di sé … e via dicendo … l'unica superdonna potrebbe essere Dagny Taggart ma svela ad un certo punto la sua teatralità quando nella Parte 2 del libro al capitolo 2 (the aristocracy of pull) si definisce l'uomo della famiglia Taggart (parlando con la neo sposa del fratello)

    4. L'idea di non trincerarsi dickensianamente e biblisticamente dietro la cattiveria dei ricchi è già un grande spunto … ed è maggiore quando arriva a dire che, dei ricchi produttori, non solo qualcuno non è cattivo … ma ha anche capacità e virtù.

    5. La morale del libro è tutta racchiusa nel capitolo sopra menzionato dove Francisco d'Anconia critica la frase "Money is the root of all evil" con un monologo di 5 pagine
    E ci sarebbe molto, molto altro ancora …

    Non sono un seguace della scrittrice ma dovevo chiarire alcune cose.
    La Rand non è una filosofa ma una scrittrice con alcune ottime intuizioni filosofiche e antropologiche in un mondo di economico divenire.

    Ciao.
    Alla prossima

  21. L'uomo che apparteneva alla terra è il secondo, non il terzo libro della rivolta di Atlante. Almeno che venga citato in modo corretto. Filosofia da videogiochi una bega ma cosa stai dicendo? Cito "Ho leggiucchiato qualcosa della Rand" e ti permetti di paragonarlo ai nazisti.. Meglio non parlare di argomenti che non si conoscono anche perché da come è evasivo nelle risposte si evince che lei non ha letto un bel niente di Ayn Rand

  22. ahimè ! il succo del dibattito non c'è (cosa vogliono dire?) – In compenso c'è tanta spocchia immotivata sulla Rand (la solita russa scappata, ma sapete che cosa voleva dire scappare dalla Russia?) e su Galimberti che può anche darsi che si ripeta ma è un filosofo degno di questo nome. inutili e irritanti discorsi sul nulla.

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